Un costruttore di tappeti

Copertina del libro sulla vita di Fra' Dionisio

"Tutto è iniziato nel luglio del 2003 al convento francescano di San Pancrazio a Barbarano Vic.no. Mi trovavo in visita ad un giovane frate, mio compagno di studi post-universitari, che da poco era stato lì trasferito. Questo frate non c’era. In realtà il convento sembrava deserto. Mi trovavo lì con mia madre e fu appunto lei che, visitando il piccolo cimitero dei frati di quel convento, mi disse all’improvviso: “Io avevo uno zio frate”. Nessun nome, nessun luogo. Nessun altro ricordo. Cominciò tutto così. Un raggio di sole in quella torrida estate illuminò un angolo privo di luce e remoto dell’anima di mia madre e da lì, da quella piccola fiammella che così si accese, ebbe inizio il nostro viaggio.... sulle orme di fra Dionisio, guarda caso nato il 12 maggio: giorno di San Pancrazio. In questi tre anni di ricerche, di letture e di scrittura, il Signore ci ha voluto “provare”nella Pazienza e nella fiducia nella Provvidenza: abbiamo sempre atteso che i tempi maturassero per poter avvicinare il tale frate o accedere al tale convento. Abbiamo sempre camminato in punta di piedi. Non abbiamo mai neanche immaginato di avanzare pretese o richieste e ciò perché ogni nuovo passo, ogni nuova scoperta, ogni nuova testimonianza ci sembravano quasi troppo rispetto al nostro desiderio iniziale di voler capire qualcosa di più di questo ricordo legato all’infanzia di mia madre. Poi però, ciò che ci veniva detto di lui e la storia che poco a poco si svelava davanti ai nostri occhi ci sembrava sprecato affidarli solo alla nostra fragile e umana memoria e così io dissi a mia madre: “perchè non scrivi su un quadernetto le vicende che la gente ti racconta di lui?”. E così facemmo. Un po’ alla volta, siamo arrivate alla decisione di scrivere una vera e propria biografia ma che, oltre ad essere utile alla nostra memoria, potesse anche essere strumento di pace e di francescano apostolato per chiunque potesse incontrare la figura di questo frate. Dico questo con molta umiltà. Alcune volte io stessa mi sono lasciata prendere dallo sconforto e dal senso di inadeguatezza. Diverse volte le difficoltà familiari hanno arrestato la nostra corsa proprio quando eravamo ad un punto di svolta o ad un momento fertile della nostra creatività... Ed ogni volta, dopo la prova del Deserto, un nuovo spiraglio si riapriva; senza chiedere una risposta arrivava, senza bussare una porta si spalancava (proprio come la gente racconta che accadeva a Fra' Dionisio nei suoi giri per la questua!). Con questo spirito da “questuanti” abbiamo percorso questa strada e mai ci siamo sentite abbandonate nè da Fra' Dionisio, nè da Dio”.

- Michela Ferretto (dall’introduzione).

 

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